Nel 1528 fu effettuata una riforma dell’organizzazione delle case patrizie in funzione della quale tutte le famiglie degne della responsabilità di governo per merito, nascita e ricchezza, anche se non nobili, vennero concentrate in 28 "alberghi", cinque dei quali erano di parte "popolare".
Ognuno di essi aveva un proprio nome gentilizio che doveva essere assunto da tutti coloro che vi entravano a far parte rinunciando al proprio. Dopo qualche anno si permise però di aggiungere al nome legale dell’albergo quello della propria stirpe per cui si ebbero, ad esempio, nel 1569 un Doge di origine monegliese che si chiamava Paolo Giustiniani-Monelia, molti senatori (almeno 17 dal 1553 al 1621), quattro cardinali, quattro arcivescovi e più di venti vescovi mentre l’albergo Giustiniani diede alla patria altri sei dogi.
Tra le famiglie che confluirono nei De Monelia si citano i De Bocchini, un cui discendente "Andreas de Monelia quondam Petri olim de Bocchinis" sposò nel 1510 Caterina figlia di Niccolò Fregoso, i Di Piazza da cui discese un celebre giureconsulto "Paolo Monelia olim Piazza". I Bollo nel 1561 furono ascritti all’albergo Imperiale che diede a Genova quattro dogi e alcuni cardinali.
Altri illustri cittadini di Moneglia furono Stefano Mutini, ammiraglio della flotta della repubblica di Genova e prefetto marittimo sotto papa Alessandro VI ed il figlio Lorenzo Mutini che ricoprì la stessa carica sotto papa Giulio II.
Il pittore Luca Cambiaso nacque a Moneglia il 18 ottobre 1527 come Clemente Dolera nato il 21 maggio 1501 e, pur di umili origini, divenne ministro generale dell’ordine dei francescani e cardinale. Dalla nobile famiglia dei Moltedo ereditò beni il cav. Felice Romani che, nato a Genova il 31 Gennaio 1788, ma consideratosi sempre monegliese, si affermò come librettista presso la Scala di Milano a partire dal 1813 scrivendo per G.Rossini ( Il turco in Italia, 1814), V. Bellini (I Capuleti ed i Montecchi, 1830 - Norma e La sonnambula, 1831), G. Donizetti (Anna Bolena, 1830 - L’elisir d’amore, 1832 - Lucrezia Borgia, 1833) e morì in Moneglia il 28 gennaio 1865.
Nel 1549 i monegliesi chiesero al senato di Genova di poter costruire una torre atta alla difesa contro i corsari barbareschi; si tratta della fortezza di Villafranca che negli anni dal 1936 al 1939 fu adattata dalla proprietà Burgo ad uso abitativo e che fu semidiroccata da bombardamenti aerei nel giugno1944. Attualmente è stata egregiamente restaurata unitamente al parco circostante dal comune di Moneglia che l’ha acquisita ed adibita ad uso pubblico.Già nel 1564 la torre contribuì alla difesa contro i corsari che avevano attaccato anche Lavagna.
Nel 1637 Levanto divenne sede di capitaneato che comprese anche la podesteria di Moneglia.
In occasione della guerra di successione austriaca, durante la quase si verificò a Genova la rivolta contro gli occupanti austriaci iniziata dal gesto di Balilla, Moneglia era occupata da truppe spagnole come si evince da un atto di morte del 1745 di un soldato spagnolo conservato nell’archivio parrocchiale della chiesa di S. Croce.
Il 16 settembre 1725 crollò la volta della navata centrale della chiesa di S. Croce causando la morte di 21 persone ed il ferimento di altre 30.
Nel 1748 toccò ai francesi, alleati degli spagnoli, occupare il paese e la prova di ciò è conservata nell’archivio di cui sopra.
Nel 1797 cadeva, ad opera dei francesi, la secolare e gloriosa repubblica di Genova, infatti il 14 giugno 1797 fu inaugurato a Genova il governo democratico provvisorio e la repubblica di Genova divenne repubblica Ligure; nelle città e paesi venne piantato l’albero della libertà, furono aboliti i titoli nobiliari ed il territorio dello stato venne diviso in venti giurisdizioni che comprendevano centocinquantasei cantoni.
Moneglia con le frazioni di Lemeglio e S. Saturnino costituì il settimo cantone della quinta giurisdizione del Gromolo e Vara. Come a tutti gli altri capoluoghi cantonali a Moneglia fu assegnato un giudice di pace.
Nel 1803 Moneglia entrò a far parte del cantone di Sestri Levante che fu aggregato alla giurisdizione dell’Entella e, allorchè Napoleone divenne imperatore dei francesi, entrò a far parte del dipartimento degli Appennini, le fu dato un maire coadiuvato da un consiglio comunale, furono considerevolmente aumentate le tasse e venne istituita la coscrizione obbligatoria che portò molti monegliesi a perdere la vita sui campi di battaglia di tutta Europa.
L’undici luglio 1809, il papa Pio VII, prigioniero dei francesi che lo conducevano a Savona, transitò per la frazione del Bracco fatto segno dell’omaggio della popolazione dei paesi circostanti.
Con la caduta dell’impero napoleonico la Liguria fu incorporata nel regno di Sardegna e Moneglia che faceva sempre parte del mandamento di Sestri Levante, entrò a far parte della provincia di Chiavari.
Tratti da www.moneglia.com/ita/storia.asp