da MONEGLIA a SESTRI LEVANTE
lunghezza complessiva 15,2 km
Il percorso si snoda tra la macchia mediterranea e falesie a picco sul mare, con splendide vedute che, nelle giornate più limpide, spaziano verso il mare sino alle Isole dell'Arcipelago Toscano e alla Corsica e verso ponente alle cime delle Alpi Liguri.Lasciamo il centro di Moneglia risalendo via Bollo verso la stazione ferroviaria, per poi prendere, sulla sinistra, una scalinata che porta in via Venino, toccando le mura del Castello di Monleone, costruzione moderna sulle vestigia di una più antica fortificazione. Si prosegue in ripida salita su strada carrabile, passando tra hotels ed abitazioni private, con la vista che man mano si apre sull'anfiteatro di case e sul tratto di mare antistante. Arrivati al termine della salita, sulla destra, un bel sentiero, intagliato nella roccia e coperto dai lecci, segna l’inizio del tracciato che, in breve, porta ad un bivio nel fresco della lecceta.
Al bivio si prende sulla sinistra dove il sentiero, contrassegnato con il segnavia ”punto e linea rossi”, passa a mezza costa alto sul mare; poco più avanti una deviazione sulla sinistra consente di raggiungere le falesie di Punta Moneglia, palestra a picco sul blu del mare, meta ideale per gli appassionati di arrampicata sportiva.
Il percorso si snoda in quella che una volta era una pineta a pino marittimo, dove solo alcuni esemplari isolati sono sopravvissuti al fuoco e ai parassiti, che oggi ha lasciato il posto alla macchia mediterranea: eriche, corbezzoli ma anche cisti, lentischi, ginestre e terebinti.Il sentiero scende poi, acclive, in località Vallegrande, incassata tra le alte falesie di arenaria.
La risalita verso la torre di Punta Baffe (254m s.l.m.) consente di ammirare ancora le falesie a picco sul mare. Dalla torre di Punta Baffe lo sguardo spazia sulla conca di Vallegrande, sovrastata dal Monte Moneglia e sulla Baia di Riva Trigoso; il sentiero per raggiungere il borgo sottostante si stacca a sinistra, attraversando la macchia alta a corbezzoli, ginestre ed erica arborea, intervallata da una serie di stupendi scorci sulla baia di Riva e sugli imponenti cantieri navali. La vegetazione attualmente presente è quella che ha pian piano sostituito la pineta a pino marittimo distrutta da un violentissimo incendio nel 2004, i cui segni si notano ancora. Il sentiero raggiunge la strada carrabile alle spalle del cantiere navale, di fronte alla bocciofila.
Andando a destra, dopo aver attraversato un piccolo sottopasso, si può raggiungere, in circa cinque minuti, la stazione ferroviaria di Riva Trigoso.Proseguendo invece sulla sinistra si costeggiano i cantieri, passando lungo via Erasmo Piaggio fino a raggiungere il centro di Riva Trigoso. Attraversato il torrente Petronio, deviato in questa posizione in tempi storici per far spazio ai coltivi, con una scorciatoia che taglia la località Villa Rocca, si può raggiungere più velocemente la mattonata che sale dalla Chiesa di San Bartolomeo della Ginestra e che corre su un crinale che spazia su tutta la piana di Sestri Levante.
Poco dopo aver passato l’antico borgo di Ginestra, con la sua torre di avvistamento, il sentiero s’inerpica su una caratteristica scalinata in ardesia e si inoltra nel bosco, con spettacolari punti panoramici sulla Baia di Riva Trigoso e sui rilievi montuosi della Val Petronio.
La rete di sentieri del promontorio trova il culmine in località Telegrafo dove, in splendida posizione panoramica, una torre, analoga a quella di Punta Baffe ma in peggior stato di conservazione, era a guardia del tratto di mare antistante Riva Trigoso e Sestri Levante. Poco sotto il Telegrafo un bivacco (già postazione militare), di proprietà del Comune di Sestri Levante, consente di pernottare in mezzo alla macchia mediterranea e alla lecceta a meno di un’ora dalle spiagge sabbiose di Sestri Levante.
La discesa che dal Telegrafo porta al centro storico sestrese, si snoda su un sentiero con interessanti vedute sulla penisola di Sestri Levante e sul Golfo del Tigullio. In particolare, un balcone di arenaria poco sopra la località Mandrella, è il punto dove si può meglio apprezzare la lunga lingua sabbiosa che collega la Penisola alla terraferma e fa cogliere in pieno il soprannome di “Bimare” dato a Sestri Levante. Gli ultimi metri del sentiero passano tra gli alti muri di una creuza che corre sul crinale e mantiene ancora in parte la pavimentazione originale, con i mattoni al centro e l’acciottolato ai lati per drenare la pioggia.
Si arriva quindi tra le case di Vico del Bottone, nel cuore del centro storico sestrese e a poche decine di metri dalle due baie che hanno reso celebre Sestri Levante.
A cura di LABTER Parco di Portofino, LabTer Tigullio e CE Parco Beigua